lunedì 21 luglio 2008

La partenza - Symbol Song


Sono 5 minuti che sto impazzendo perchè non so come iniziare il primo post del mio primo blog del mio primo viaggio in sudamerica nella mia non prima esperienza da studente erasmus... che poi... il primo giro ero scambista, questo free mover, quindi il termine erasmus risulta inappropriato!
Mi rifugio quindi in questo incipit teatrale e alquanto paraculo e mi lancio nello spiegarvi cosa mi ha spinto ad aprire per l'appunto un blog:
Innanzi tutto lo trovo un ottimo modo per restare in contatto con tutti e per tenervi aggiornati... ok, sarà un modo un po' impersonale, ma sicuramente efficacie: economie di scala e raggio d'azione a nastro... :-D
Poi perchè quando ho palesato l'idea di utilizzare questo mezzo ho riscontrato una buona dose di entusiasmo, con un Frank scalpitante di sapere tutte le fattonate che le mie compagne di avventura (che vi presenterò strada facendo) andrano a combinare.
Inoltre potrò tranquillizzare i ragazzi del theino (passati dalle brame sfrenate alla dietina alla faccia dei cibi leggeri!) che comunque non sono ancora stato rapito... come pronosticato...
Infine penso che rappresenterà una sorta di diario di avventura... un qualcosa che altrimenti sarei troppo pigro e indolente per farlo... e che peraltro le tecnologie mi permetteranno di conservare per poi rileggere queste pagine virtuali chissà quando... tra un anno, tra dieci, tra venti...

Detto questo posso ufficialmente darmi al libero pensiero iniziando a parlare della partenza... o meglio del pre partenza.

Come molti di voi hanno potuto constatare la mia è stata una corsa contro il tempo non poco stressante: colpa dell'aver scelto un volo 2 giorni dopo l'ultimo esame (per risparmiare al Mariano from via ambrogio da fossano, 200 erotti leuri) ritrovandomi quindi a dover fare 100mila sbatti e le dovute e gradite felicitazioni (che tengo a separare dalla categoria "sbatti"); ma soprattutto colpa della "sindrome da Milan", ovvero l'arrivare alla fine della stagione (la sessione di esami) che in campionato hai fatto cagare (solo un esame dato su quattro) e ti rimane la finale di champions (altri due esami) che, se la perdi, sei un emerito stronzo, se la vinci (ovvero se li passi entrambi con voti alquanto dignitosi confermando la tua tesi: "la media conta troppo in specialistica quindi meglio lasciarsene dietro un po' e tenere il 27 abbondante che averne una del cazzo...") hai fatto solo il tuo porco dovere.
Ciò che però maggiormente frastornava la mia testolina in questo mese pre-partenza di studio, obiettivo primario dal quale il buon Carletto Ancelotti non poteva distogliere la concentrazione, è stato il non potermi fermare con calma ad analizzare tutto quello che stava accadendo: UN ENORME CAMBIAMENTO.
Eppure... eppure per una rara volta, mi sentivo come se in realtà io non volessi cambiare niente della mia vita.
Questo è stato un anno di incredibile intensità: il primo in cui mi sono riuscito a godere Milano da studente universitario, un anno in cui molte persone speciali sono entrate a far parte della mia vita, un anno in cui sono sempre e solo stato me stesso, in cui ogni sforzo ha ottenuto una dovuta ricompensa... un anno insomma in cui, a parte il non essere riuscito a centrare quel maledetto tombino dal balcone di via siamfatti con un mozzicone, tutti i pezzi si sono andati a sistemare in maniera adeguata.

Per un momento quindi mi è sembrato di essere privo di motivazioni ad intraprendere questa avventura.

E qui entra in gioco il simbolo (nonchè la sublime canzone a cui esso è collegato: Dredg - Symbol song) che apre questo mio monologo infinito il cui significato è appunto "cambiamento", inteso come spinta al miglioramento della propria persona... un costruttivo superamento dei propri limiti (attuali).

Spero dunque di poter trarre molte lezioni da questa esperienza (e non intendo quelle di lingua spagnola, di cui al momento necessito disperatamente!) che mi portino a crescere.
Spero di aprire gli occhi verso realtà e culture a me al momento sconosciute.
Spero di poter sfruttare un'occasione che non capita a tutti: visitare una parte del mondo che probabilmente mai più magari mi capiterà di visitare.
Spero di imparare a fotografare qualche bella emozione nel migliore dei modi per conservarla con me per il resto della vita.
Spero di riuscire a ritagliare del tempo per ripristinarmi fisicamente (so che questa dichiarazione mi costerà cara nella data del mio ritorno)
Ok... spero anche di rubare un po' di crediti e di voti, che male non fa...

Spero insomma che quando tornerò tutto sia ancora nel posto in cui io l'ho lasciato...

Solo con un me... evoluto... migliore.

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