martedì 29 luglio 2008

Sbàtiment - Ode alla regina


Prosegue la maledizione del pc anche se, fortunatamente, qualche giorno fa tra gli altri studenti scambisti è arrivato Vincè, sin da subito indicatomi come "esperto".
Lui non ha smentito e, dimostrandosi molto ben disposto, ci ha dato un occhio, per poi aprirmi 3 scenari:

1) se vuoi salvare quello che c'è su c'è da smanettarci un bel po'
2) se invece nun ti interessa, a formattarlo ci mettiamo 20 min
3) ...anche se potrebbe essersi sputtanato l'hard disk proprio fisicamente e ci sarebbe da cambiarlo.

L'alea rimane... ma il prode Vincenzo, entrato a fare parte della grande famiglia dell'Acacia, infonde in me speranza e calma sicule. Questo anche perchè dimostra di avere buone conoscenze in campo musicale e si è mangiato le mani di non potermi spalleggiare al concerto dei Muse causa suo tardo arrivo.

Accantonando il discorso pc, nunzio vobis magno gaudio l'arrivo della regina di Milano sud, qui sopra intenta a fare una delle cose che gli riesce meglio... bombardare! (maliziosi coloro che avevano pensato "friggere polpi").
Arrivo che nei giorni precedenti era stato accompagnato da un alone di mistero: Raffa infatti è rimasta fino a stanotte ospite di un artista francese, amico di un amico di un suo amico, che vive in calle Finocchietto, una via non troppo distante dalla Boca: quartiere verso la cui squadra ad fusbal nutro molto rispetto, ma che per usare un eufemisno definirei "non troppo ben frequentato".
Alla fine con il culo che la contraddistingue (e l'infinito saperne), ha portato a casa la pellaccia in scioltezza e anzi ieri il tipo che la ospita le ha pitturato le sue converse bianche con un risultato a dir poco... cool...

Con questo innesto che porta tanta sostanza e altrettanta qualità, va cosi a completarsi una crew di studenti free mover bocconiani che sembriamo i Cleveland Indians di "major league: la squadra più scassata della lega".
Totalmente diversi l'uno dall'altro, colpiti chi da una sfiga chi dall'altra (io il pc, Mattia il portafoglio sgubbato, Tegola il bancomat non funzionante e trovato commestibile da 3 sportelli su 3, per fare qualche esempio) ma accomunati da grandi speranze... Scialarsi, rubare 24 crediti con buoni voti e girarsi per bene il paese e zone limitrofe.
La stimata università Bocconi ha voluto subito tagliare le gambe a una di queste speranze creando una tabella di conversione voti appositamente assassina.
Anche lo scialamento al momento sembra non essere disponibile: trovare una casa risulta meno facile del previsto causa inflazione e menate per finalizzare un "alquila temporaria"; gli sbatti burocratici ci subissano: per regolarizzare la nostra condizione di immigrati la burocrazia ha a dir poco dell'italiano e l'efficienza dell'università a dare informazioni è direttamente proporzionale alla nostra capacità di comprenderle...

Infatti oggi, a seguito della prima lezione in uni, ho compreso come, benchè buona parte degli sbàtiment sopraccitati andranno a sistemarsi e la situation sarà come sempre sotto controllo, mi debba mettere sotto con la lengua seriamente! ma davvero...

Segnalo in ultimo un pranzo domenicale fra i signorotti argentini, in un posto dove c'era buffet di prima qualità... robe che Ciani e Step sarebbero stati male...
Buffettone di antipasti, buffettone di dolci, mega griglia di carne, reparto pasta, reparto griglia, reparto pizza, reparto cibi spagnoli, reparto cibi gourmet, reparto sushi... dove con reparto intendo che ti cucinavano sul momento quello che volevi in "wok of milan style"...
Io, pensando forse troppo ai sopraccitati abitanti del regno di via Mincio, ho stragiato, impressionando i commensali e guadagnandomi molto probabilmente il loro disrespecto... il tutto mentre la Belgia, mi giungon voci guadagnasse invece quello di MC Pernazza, ormai in mega-amicizia con Sheva.

Vado a dormire visto che domani sfruttando il turno di Saretta in quei dell'ufficio immigrazioni alle 7 (cosa che a me toccherà martedì prossimo)mi sveglio presto e le sgubbo il pc tutta la mattina e mi metto a cercare posti letto...

venerdì 25 luglio 2008

Il compleanno - La malasuerte e i Muse

Avevo preparato un post in cui raccontavo la mia introduzione all'università argentina, descrivendo soprattutto il rettore di economia, personaggione epico... ma questo fantomatico post (scritto su word perchè la connessione all'acacia ognitanto va e viene) è andato a puttane insieme al mio pc.
ESATTO
dopo 5 giorni di permanenza in BA, il giorno del mio compleanno, il mio pc, o meglio... windows... ha alzato bandiera bianca.
ciò è accaduto 10 min prima che io attraversassi la metropoli per andare a un teatro a sentire i Muse...
Schermo blu... bestemmia secca... ma di incredulità...
Suonerà vittimista... ma penso che se ste cose non succedessero a me io non mi chiamerei Daniele Perotti... mi chiamerei perlomeno come mi chiama la metà abbondante dell'università bocconi Daniele PeRRotti...
Il concerto è stato molto bello... Avrei una disquisizione che mi da forte coinvolgimento riguardo i Muse e riguardo a come li abbia sempre concepiti (e in questo periodo anche rivalutati), ma la malasuerte tecnologica mi ha fatto passare la poesia...
Da pelarsi la mega-amicizia instauratasi fra me e il mio vicino di seggiola e della sua figliola: Arturo Escarena Mendoza, un messicano doc, con baffoni, che mi ha lasciato il suo biglietto da visita, invitandomi ad essere suo ospite in quei di Monterrey... fa business coaching lo zio... mentre sua figlia che mi ha detto di aggiungerla a facebook fa il primo anno di uni (facendomi sentire ulteriormente vecchio visto che sembrava proprio una pischella).

Insomma... pare che per il momento le mie incursioni sul web siano collegate agli impegni e all'assenza di Saretta, che gentilmente mi "impresta" il computer...

Più vecchio di un anno mando saluti e baci a tutti da BA e ringrazio tutti per auguri e 'gguri ricevuti!

Spero di riavere un pc e una casa la prossima volta che scriverò...

mercoledì 23 luglio 2008

Il primo giorno – Unidad numero 1 “en el laboratorio de Pato”


Non mi ricordo più l'ultima volta che ho dormito così tanto... Che bella sensazione.
Dormire… con la consapevolezza, al primo risveglio, che non ci sarà una sveglia a sentenziare l'inizio della giornata... ma solo qualche pensiero nel quale cullarti, fino a riaddormentarti per un'altra oretta abbondante… e così via.
Peraltro qua è inverno. Questo significa dormire al calduccio sotto le coperte che nella fattispecie invogliano ancora di più a crogiuolarsi in questo scricchiolante letto.
Inoltre le coperte dell'Acacia, residuo indubbiamente Peronista, hanno il potere di intrappolarti sotto il loro peso specifico pari a quello di Marlon Brando ultimo periodo (you can't see california without his eyes) rendendoti incapace di un qualsivoglia movimento.

Sconfitta la pigrizia, Anne e Tito ci hanno gentilmente portato a spasso per la ciudad, dandoci le prime dritte su come starci dentro, portandoci a prendere un cafferino in una suggestiva piazzetta di Palermo Viejo e soprattutto facendoci visitare il laboratorio di un loro amico, tale Pato, giovane “designer-artigiano” che ha a curriculum anche una presenza in quei della settimana del design ma che con quello stormo di stronzi (al 95% della loro popolazione), poco ha di cui spartire.
Rettifico infatti subito il termine precedentemente utilizzato convertendolo in “artigiano-designer”… molto più adatto al genuino individuo in questione.
Il bello di questa visita è infatti stato come Pato, al nostro ingresso nel laboratorio, non si sia posto alcun interrogativo su chi fossimo, se potessimo essere minimamente interessati ai suoi “mestieri” e tantomeno ancora se noi capissimo perlomeno una sega (attrezzo da laboratorio) di tutto quello che lui ci andava esplicando. Il fatto è che ci metteva talmente tanto entusiasmo abbinando alle parole le spiegazioni pratiche, che non ha potuto che catturare la nostra attenzione e la nostra simpatia.
Cazzo io ci spero proprio che Pato possa sfondare con il suo mobilio nato dall’intreccio di metri e metri di filo plastico derivato dal riciclo di bottiglie di Coca-cola di plastica oppure dalle suppellettili create con gli scarti della Dupont!
Alla fine di questa immersione in quello che potrei definire un piccolo paradiso dell’applicazione delle teorie economiche di apprendimento e raggio d’azione, mi sono sentito come se avessi partecipato ad una unit o unidad (a seconda di quale lingua si stia studiando) di un qualsivoglia libro per principianti… nella fattispecie:

“Unidad numero uno – En el laboratorio de Pato”
Escucha el joven artista explicando sus actividades y contexta a las preguntas que siguièn.

martedì 22 luglio 2008

Il volo e l'arrivo - Le luci della città elettrica


Ok... il post di prima era fin quasi emo... lo ammetto... quindi mi lancio rapidamente nel più soft aneddotismo raccontando fatti e misfatti del viaggio e dell'arrivo al tanto accogliente bed and breakfast "La acacia".
Dopo aver imbarcato chili di troppo oltre che sui nostri giro-vita anche nei nostri bagagli, da stiva e a mano, il sottoscritto e la signorina Camilla Rossi si sono imbarcati in un trasferimento Milano Francoforte che iniziali nostalgie e a parte, si è dimostrato comunque interessante perchè i due compagni di avventura hanno deciso di aprirsi l'un con l'altro... dormendo approssimativamente un buon 90% di viaggio.
Il Francoforte BA invece ha visto la Cami slittare trionfante in business class (ma d'altronde alla futura CEO smoking certi trattamenti sono d'obbligo) causa overbooking, e una mia pessima figura nel cercare di infilarmi anch'io fra le poltrone studiate a misura d'uomo e non di equino da macello... ma nienz... proprio mentre il sedile aveva cominciato a massaggiarmi le chiappe, uno steward dalle dubbie tendenze sessuali mi ha prontamente ricacciato negli inferi della economy, dove due paffuti e incontinenti 60enni argentini mi attendevano, col fine unico di terrorizzarmi sulla criminalità locale.

Impressionante è stato l'arrivo notturno su buenos aires: una distesa di luci infinita e omogenea.
Un qualcosa che la mia mente penso non arrivasse neanche a concepire: praticamente milano e provincia illuminata... fitta, senza un minimo spazio tra milano e monza, tra la binasco e casarile... tra buccinasco e corsico!

Arrivati in aereoporto il trasferimento in taxi è stato tutt'altro che complicato, con una punta di emozione per il nostro cocchiere che allo stereo della macchina bombardava canzoni religiose del tipo "Mi senhor tu eres hermoso... tu eres ermoso mi senhor"... canticchiandole pure.
Piccola parentesi... la Camy resta stupita ogni giorno di più dalla fatiscenza degli autoveicoli argentini:
"non è che pretendo di vedere macchinoni eh... ma dico... macchine nuove... cazzo ne so... la nuova panda, la nuova micra... non dico il mercedes eh... intendo proprio macchine nuove nuove..."

Arrivati al bed and breakfast la signora Cristina (madre di Tito, moroso della altra nostra compagna di avventura Anne) ci ha fatto subito un regalo, ovvero avere confidenza con la nostra lingua madre.
Il secondo regalo invece ce l'ha fatto Tito (che assomiglia incredibilmente a Leonardo del milan e a Giulio Castronovo... un giusto mix) imbastendo una grigliata crastissima per festeggiare il suo compleanno.
La situazione aveva del surreale perchè io e la Cami, che notoriamente potremmo tirare in mezzo a un festino il più triste individuo sulla terra, ce ne stavamo in un angolino tutti fatti per una volta dalla stanchezza e in balia di un idioma a noi, per usare un eufemismo, "non ancora familiare".
Alla mezza ora locale (5 ore indietro rispetto al fusorario di Belgioioso, i cui abitanti sono comunque anni luce avanti a noi) siamo filati nella nostra cameretta immortalata nella foto a spaccare i letti... che scricchiolano in maniera imbarazzante ma che comunque sono comodi e vengono rifatti da una philips di turno.

p.s. A proposito di Belgioioso e di foto, segnalo a tutti la presa in prestito del formato: foto a inizio blog e testo, dal Lello che poi sennò mi tira mezze infinite accusandomi di plagio...

lunedì 21 luglio 2008

La partenza - Symbol Song


Sono 5 minuti che sto impazzendo perchè non so come iniziare il primo post del mio primo blog del mio primo viaggio in sudamerica nella mia non prima esperienza da studente erasmus... che poi... il primo giro ero scambista, questo free mover, quindi il termine erasmus risulta inappropriato!
Mi rifugio quindi in questo incipit teatrale e alquanto paraculo e mi lancio nello spiegarvi cosa mi ha spinto ad aprire per l'appunto un blog:
Innanzi tutto lo trovo un ottimo modo per restare in contatto con tutti e per tenervi aggiornati... ok, sarà un modo un po' impersonale, ma sicuramente efficacie: economie di scala e raggio d'azione a nastro... :-D
Poi perchè quando ho palesato l'idea di utilizzare questo mezzo ho riscontrato una buona dose di entusiasmo, con un Frank scalpitante di sapere tutte le fattonate che le mie compagne di avventura (che vi presenterò strada facendo) andrano a combinare.
Inoltre potrò tranquillizzare i ragazzi del theino (passati dalle brame sfrenate alla dietina alla faccia dei cibi leggeri!) che comunque non sono ancora stato rapito... come pronosticato...
Infine penso che rappresenterà una sorta di diario di avventura... un qualcosa che altrimenti sarei troppo pigro e indolente per farlo... e che peraltro le tecnologie mi permetteranno di conservare per poi rileggere queste pagine virtuali chissà quando... tra un anno, tra dieci, tra venti...

Detto questo posso ufficialmente darmi al libero pensiero iniziando a parlare della partenza... o meglio del pre partenza.

Come molti di voi hanno potuto constatare la mia è stata una corsa contro il tempo non poco stressante: colpa dell'aver scelto un volo 2 giorni dopo l'ultimo esame (per risparmiare al Mariano from via ambrogio da fossano, 200 erotti leuri) ritrovandomi quindi a dover fare 100mila sbatti e le dovute e gradite felicitazioni (che tengo a separare dalla categoria "sbatti"); ma soprattutto colpa della "sindrome da Milan", ovvero l'arrivare alla fine della stagione (la sessione di esami) che in campionato hai fatto cagare (solo un esame dato su quattro) e ti rimane la finale di champions (altri due esami) che, se la perdi, sei un emerito stronzo, se la vinci (ovvero se li passi entrambi con voti alquanto dignitosi confermando la tua tesi: "la media conta troppo in specialistica quindi meglio lasciarsene dietro un po' e tenere il 27 abbondante che averne una del cazzo...") hai fatto solo il tuo porco dovere.
Ciò che però maggiormente frastornava la mia testolina in questo mese pre-partenza di studio, obiettivo primario dal quale il buon Carletto Ancelotti non poteva distogliere la concentrazione, è stato il non potermi fermare con calma ad analizzare tutto quello che stava accadendo: UN ENORME CAMBIAMENTO.
Eppure... eppure per una rara volta, mi sentivo come se in realtà io non volessi cambiare niente della mia vita.
Questo è stato un anno di incredibile intensità: il primo in cui mi sono riuscito a godere Milano da studente universitario, un anno in cui molte persone speciali sono entrate a far parte della mia vita, un anno in cui sono sempre e solo stato me stesso, in cui ogni sforzo ha ottenuto una dovuta ricompensa... un anno insomma in cui, a parte il non essere riuscito a centrare quel maledetto tombino dal balcone di via siamfatti con un mozzicone, tutti i pezzi si sono andati a sistemare in maniera adeguata.

Per un momento quindi mi è sembrato di essere privo di motivazioni ad intraprendere questa avventura.

E qui entra in gioco il simbolo (nonchè la sublime canzone a cui esso è collegato: Dredg - Symbol song) che apre questo mio monologo infinito il cui significato è appunto "cambiamento", inteso come spinta al miglioramento della propria persona... un costruttivo superamento dei propri limiti (attuali).

Spero dunque di poter trarre molte lezioni da questa esperienza (e non intendo quelle di lingua spagnola, di cui al momento necessito disperatamente!) che mi portino a crescere.
Spero di aprire gli occhi verso realtà e culture a me al momento sconosciute.
Spero di poter sfruttare un'occasione che non capita a tutti: visitare una parte del mondo che probabilmente mai più magari mi capiterà di visitare.
Spero di imparare a fotografare qualche bella emozione nel migliore dei modi per conservarla con me per il resto della vita.
Spero di riuscire a ritagliare del tempo per ripristinarmi fisicamente (so che questa dichiarazione mi costerà cara nella data del mio ritorno)
Ok... spero anche di rubare un po' di crediti e di voti, che male non fa...

Spero insomma che quando tornerò tutto sia ancora nel posto in cui io l'ho lasciato...

Solo con un me... evoluto... migliore.